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Prefazione
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ingran-
quando nella /cuoia Romana eragià
all' ultimo jegno
dita la maniera i
nuova
Fiorentini
molti di quei pittori
quantunque dalle aggini ami-
fi /afferò affai /ci ohi greti allaCappel-
da e/fi
che.per i lavori /atti entro o/e
ff
tuttavia quei pr ori,
la Si/lina in Roma,
era?ìo/or/e di Fiorenze u/citi giam-
che non
di ve-
mai^ $li far una turni a
-on contro,come
fa offe/e acculandolo acerbamente
#d per reo
e
il condul/ero alla Ghie*
d'introdotte novità ,
fa le
fi del Carmine di Firenze opere
j e ve-
"tuflc del de antati
ffìmo lor Mafaccio tenta-
e ,
Il
fare la pubblica abiura
di fargliene
rono .
Ferino trovo/fi faar/o di partiti in
povero
quefto frangente Frop o/e far
prima di con-
<
quelle,
fa delle proprie in faccia
omo opere a
venivanopropofte da /noi contraditto-
che gli
e/emplari temendo egli a* giu-
ri un
per ma
, dalle
dizio foverchiamente preoccupato pro-
,
quelle dell'argo-
del pennello fi gettò a
ve
della dicendo che /e Ma-
ragione
mento e i ,
, mai
faccio ed altri fintili lui faffer fampre
a o
,
Cimabue di Giot-
flati fiffi nella maniera di ,
farebbe
od' mai
Andrea Tafi egli non
to , ,
grand' da elfi
divenuto così uomo come me-
,
perciò farfi lecito
ritamente riputato
era i e
tra/cegìiere pro/ef-
anch' l'ottimo
egli di da i
trapalargli
effetto
fari più antichi ad di
, .
Chi fi fampre dietro agli altri
tiene a que-
,
gli ìfle/fifion mai innanzi Il fai
va e con ag-
•